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sabato, novembre 25, 2006

L'atleta


Nella foto Luca Allori l'autore del pezzo pubblicato.

Salve a tutti da Luca, uno dei collaboratori del blog. Il primo post che pubblico, è una breve storia, da me scritta ormai un paio di anni fa. Siccome parla, per l'appunto, di un atleta, ritengo che possa essere un buon "biglietto da visita", soprattutto considerando che la scrissi quando avevo cominciato da poco, ad allenarmi.
Purtroppo, essendo una storia piuttosto datata (dovevo avere quindici anni, quando la scrissi) lascia piuttosto a desiderare, stilisticamente parlando. Mi auguro comunque che vi piaccia.

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1 commento:

Sandro ha detto...

L'atleta

La gara non era andata molto bene, questo doveva ammetterlo.
Il suo allenatore si ostinava a dire che lui aveva fatto il suo tempo, che ormai non poteva che calare, che era meglio lasciare perdere, che ormai i suoi muscoli erano arrivati.
Stronzate, pensava l’atleta.
Era ancora nel fiore degli anni… certo, magari aveva uno o due anni in più dei suoi avversari, ma ciò non toglieva che potesse crescere ancora. Era solo un periodo no.
Si portò sotto la doccia e girò il rubinetto dell’acqua bollente; le gare, d’inverno, non sono mai piacevoli, soprattutto se le si perde.
Prese la boccetta di shampoo e ne versò in abbondanza sulla palma della mano, massaggiandosi poi i corti capelli neri con accuratezza.
La sconfitta bruciava, e parecchio.
Aveva fatto un tempo pessimo, e tutto ciò perché non aveva retto gli ultimi cento metri… certo, i quattrocento piani non sono mai stati una gara facile, ma stare in testa per i primi trecento metri per poi calare nel finale non è decisamente il massimo a cui un corridore può aspirare.
Appoggiò male un piede sul tappetino della doccia e emise un gemito di dolore.
Dannati crampi, pensava.
Avrebbe dovuto fare un po’ di stretching a fine gara, o perlomeno così gli aveva consigliato l’allenatore… ma lui non ne aveva mai avuto bisogno… strano che ultimamente i crampi si facessero più intensi e frequenti.
Poi, come se non bastasse, c’era quel dannato dolore all’articolazione della caviglia destra.
Era comparso così, all’improvviso, senza apparente ragione, un paio di settimane prima… probabilmente in seguito ad un atterraggio riuscito male nell’ultima gara di salto in lungo, ma il fatto che il dolore ancora non passasse lo preoccupava non poco.
Più di una volta aveva dovuto interrompere gli allenamenti, a causa del forte dolore, e in gara la cosa non aveva certamente aiutato.
Aveva anche fatto una lastra, ma non sembrava esserci nulla di rotto, nemmeno una microfrattura, come temeva lui.
Si sciacquò la testa e si insaponò il resto del corpo, con calma.
Aveva i muscoli tirati e contratti… già… un po’ di stretching a fine gara non gli avrebbe di certo fatto male, ma ora era tardi.
Doveva assolutamente uscire da questo periodo: era ormai quasi un anno che non correva più come prima; i tempi si erano abbassati addirittura di mezzo secondo, sui cento metri, e quasi di uno sui duecento.
Probabilmente era per colpa del trasloco.
Aveva cambiato casa, di recente, e la cosa gli aveva provocato molto più stress di quanto non ne avesse originariamente preventivato.
Sì, doveva essere colpa del trasloco, non vedeva altre soluzioni.
Si sciacquò con calma e uscì dalla doccia, prese l’accappatoio blu fornito dalla sua società e se lo infilò.
Si trascinò faticosamente fino alla sua borsa, dalla quale prese un phon, poi si diresse verso lo specchio e scoprì i capelli dal cappuccio dell’accappatoio.
Si asciugarono molto più in fretta del previsto, e pettinandoli, l’atleta si accorse che molti cadevano nel lavandino.
Perdita di capelli?
Incredibile, a cosa può portare lo stress.
Sciacquò il lavandino per ripulirlo, poi alzò lo guardo verso la sua immagine riflessa nello specchio.
Nonostante la doccia, non aveva un bell’aspetto, e se ne rese conto; la gara l’aveva stancato molto più del previsto; strano, in genere sapeva dosare bene le proprie forze… era per quello che i quattrocento gli erano sempre riusciti bene… sapeva amministrare le forze.
Non poteva però ammettere di averne dato prova, quel giorno.
Crollare così gli ultimi cento metri non era da lui, non era decisamente da lui… si sarebbe riscattato la prossima gara, questo era poco, ma sicuro.
Guardò nuovamente la sua immagine riflessa e scorse una linea che gli attraversava la fronte per orizzontale.
Provò a spostarla con una mano, convinto si trattasse di un capello, ma quello non si mosse.
Cosa diavolo era?
Guardò meglio.
-Una… ruga?-

Un saluto a tutti da Luca, anche conosciuto come Shian Tieus