Credo di avere la
competenza per poter esprimere delle considerazioni su quanto sta accadendo nel
mondo dello sport a Frascati da qualche anno a questa parte ma penso sia un
problema ormai diffuso in Italia.
Frascati ha avuto in
passato grandi realtà sportive con importanti risultati sia a livello di
classifiche societarie che individuali in varie discipline di cui non tutti
sono a conoscenza. Di queste alcune sono riuscite a mantenere un livello molto
alto anche al presente soprattutto quando hanno potuto operare indisturbate
senza concorrenza come nel caso della Scherma Frascati, da sempre “gestionaria”
di un palazzetto che le ha permesso di programmare il suo futuro e costruire
negli anni una delle più grandi società italiane di sempre.
Ma per altre la cosa non è
andata così, poichè il tutto è stato limitato o impedito dal proliferare di
altre società sportive della stessa disciplina che sono andate poi ad attingere
tutte allo stesso vivaio ma anche a voler usufruire degli stessi impianti
comunali già carenti e poco rinnovati. Vedi il caso eclatante accaduto nel
Rugby e ora lo stesso problema si è creato da poco nell’Atletica leggera, la
disciplina alla quale ho dedicato più di 50 anni della mia vita e che è oggetto
di queste considerazioni.
In genere le realtà
sportive attive sul territorio da tanti anni, prolifiche sotto tutti gli
aspetti sia della promozione sportiva giovanile, che per i risultati di alto
livello tecnico, vengono quasi sempre considerate patrimonio della comunità e
quasi sempre difese dalle amministrazioni locali che le considerano “benemerite”.
Un esempio significativo
può essere quello dell’atletica a Rieti che da piccola realtà, grazie al lavoro
encomiabile del compianto “Andrea Milardi” ma soprattutto grazie all’appoggio
degli amministratori reatini che si sono succeduti, è riuscita a diventare “da
sola” e da tanti anni, una delle più belle realtà dell’atletica italiana.
Da 20 anni l’A.S.D.
Atletica Frascati, nel variegato e qualitativo ambiente dello sport tuscolano, si
stava battendo per riportare l’atletica ad alti livelli, dopo i grandi
risultati degli anni 80/90 della famosa CISES Frascati sotto la presidenza di
Claudio Ferri. Risultati per i quali
anche allora, chi scrive, ebbe un ruolo determinante essendone stato oltre che
tecnico, sopratutto il principale promotore della sua fondazione (senza dubbi
di smentita), nel 1972. Ma quest’opera le è stata impedita da una recente scissione
interna nel 2016, che ha visto l’ASD Atletica Frascati, defraudata da una
giorno all’altro di una parte dei suoi iscritti che hanno avuto poi subito una clientelare
autorizzazione illegittima ad accedere nella struttura negli stessi orari,
creando una voluta confusione in chi si volesse avvicinare per la prima volta
al mondo dell’Atletica.
Illegittima perchè l’A.S.D.
Atletica Frascati in quel momento era in possesso di un legale atto di
concessione di gestione nel quale il Comune di Frascati all’articolo 5,
garantiva che nessuno avrebbe potuto occupare piste e pedane negli stessi spazi
ed orari di svolgimento della sua attività. Motivo per il quale è aperta ancora
la possibilità di ricorrere alla giustizia ordinaria e sportiva.
Quasi 50 anni di lavoro,
una massa enorme di giovani avviati all’Atletica, centinaia di titoli italiani
individuali e di società conquistati, grazie anche ad un instancabile ma valido
lavoro di qualità fatto sulla pista di Frascati, non sono valsi ad acquisire il
“credito” se non il “diritto” per impedire il “furto d’immagine” di una delle
più belle realtà mai esistite dell’atletica italiana. Un bagaglio storico non
salvaguardato, fatto di persone che anche nei momenti più difficili hanno dedicato la loro vita (anche
privata), ad una pura passione e che hanno combattuto contro tutti per
guadagnarsi uno spazio nell’affollato quadro dello sport frascatano. Non è stata rispettata una
“istituzione” che ha svolto una grande funzione sociale riuscendo inoltre a
creare anche dei campioni che hanno onorato il nome di “Frascati”. Il danno
maggiore fatto, riguarda soprattutto i risultati di squadra che si ottengono
solo quando si è uniti ed ancora torna utile fare l’esempio della scherma a
Frascati. E non dimentichiamo che i risultati di squadra portano poi aiuti
anche di natura economica, senza ignorare che più realtà esistenti, disperdono
risorse anche pubbliche.
I politici, dovrebbero
capire, una volta per tutte, che i voti non si possono barattare facendo commercio
con lo sport. Una associazione sportiva “benemerita” va aiutata a crescere !
Questa ha bisogno per svilupparsi sia dal punto di vista tecnico che economico,
di avere certezze per il futuro, certezze che le istituzioni dovrebbero
garantirgli.
Insomma, chi vuole
praticare una disciplina sportiva, lo può fare anche con una sola associazione
sportiva del territorio “forte”, perchè la forza e cioè i risultati si fanno anche
con il numero! Poi occorre ricordare a tutti che all’interno di ogni A.S.D. c’è
comunque una forma di democrazia
garantita dal suo statuto, entro la quale ognuno può portare le sue idee, basta
chiedere di essere soci, e gli amministratori pubblici dovrebbero controllare
che questo avvenga.
In definitiva chiudiamo
ribadendo il principio che debbano essere le amministrazioni comunali ad avere
il dovere di mettere un limite drastico a questo fenomeno ormai diffuso della frammentazione
delle società sportive dei piccoli centri e non favorirlo, facendosene invece
uno “strumento di potere”.
Nessun commento:
Posta un commento