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lunedì, settembre 10, 2018

Il problema della carenza degli impianti di Atletica Leggera in Italia ed in particolare dell'area di Roma Sud e Frascati e le sue conseguenze sullo sviluppo futuro dell'Atletica.


Leggo sempre di più e spesso articoli  e teorie di tanti e troppi  sulle cause della crisi di risultati dell’Atletica Italiana a livello assoluto, soprattutto di questi ultimi 10 -15 anni. 
Credo a riguardo di essere in grado di dare un giudizio obiettivo sui problemi poichè ho vissuto in pieno sempre da dentro il mondo dell’Atletica dal 1960, anno in cui, appena sedicenne, cercai la mia prima società di Atletica a Frascati che  potesse dar sfogo alla mia voglia di correre, passione che mi portavo dentro, sin da bambino. E da allora non ne sono più uscito.
Amo sintetizzare a chi mi domanda cosa è cambiato rispetto al passato nel mondo dell’Atletica, facendo questo semplice esempio: “Quando nei primi anni 70 nella scuola come giovane insegnante di Educazione fisica appassionato di Atletica, tu individuavi un ragazzo dotato per l’Atletica e lo invitavi, se gli interessava, a venire allo Stadio Comunale di Frascati dove allenavo al pomeriggio, c’erano l’80% di probabilità che lui venisse. Negli ultimi anni di insegnamento (da 14 anni sono in pensione), la situazione si era del tutto ribaltata, c’erano si e no un 10% di probabilità, forse meno che accettasse.” 
Le cause da individuare di questo fenomeno crescente negli anni sono moltecipli e cercherò di individuarli uno alla volta ma oggi mi soffermerò sul problema degli  impianti sportivi dell’Atletica che reputo essere una delle cause principali del suo ritardato sviluppo.

Agli inizi gli sport praticati erano pochi e c’erano scarse alternative. Poi le attività sportive hanno iniziato a proliferare e ogni città ha le sue tradizioni ed allora le scelte spesso precoci delle famiglie hanno indirizzato i bambini verso altri sport spesso anche meno selettivi ed impegnativi ma anche con situazioni logistiche migliori dell’Atletica. 
Vedi il fenomeno positivo del Nuoto, dove il bambino entra piccolissimo e da dove, se talento, se la Società sportiva di nuoto che gestisce la piscina ci saprà fare, ne uscirà spesso un campione. 
Il nuoto in Italia spesso ha la prima scelta di vivaio ed ha il vantaggio di avere degli  impianti in proprio, anche coperti, dove poter operare indisturbati. Ma lo stesso dicasi per altre e tante altre discipline sportive che hanno questa possibilità. Solo per citarne alcune nella mia città, come la Scherma, il Judo, il Rugby ecc. ecc. 

Questo è uno dei problemi principali e più seri dell’Atletica Italiana, quello di avere pochissimi impianti in esclusiva solo per Atletica. E non è un caso che dove questa possibilità si sia resa attuabile, sono nate situazioni come quella di Rieti dove la società operante nell’Atletica, grazie anche alla capacità dei suoi Dirigenti è diventata una delle più grandi società italiane di tutti i tempi. Oggi è la società Campione d’Italia su pista assoluta.
L’Atletica si può praticare solo dove c’è una pista ma questa pista per la maggior parte dei casi è in un impianto polisportivo da condividere con altri e il più spesso delle volte con il Calcio. Questo accade soprattutto per i vecchi impianti. La coesistenza dell’Atletica con questo mondo sullo stesso impianto è stata sempre difficile e in molti casi impossibile e a farne le spese è stata sempre la realtà più debole e cioè l’Atletica. Quando poi è stata attuabile, ci sono sempre state delle restrizioni, riguardanti per esempio il fatto che non si potrebbe correre sull’erba neanche per scaldarsi e che non si può “lanciare” soprattutto ora con l’avvento dei campi in erba sintetica. E questo vuol dire non solo problemi di non sviluppo di una specialità ma anche l'impossibilità di  poter organizzare gare e meeting su quel campo.
Poi da quando per le leggi statali di bilancio degli enti pubblici i Comuni sono stati  costretti a dare in concessione gli impianti, questi bandi al 90% vengono vinti quasi sempre da società calcistiche.
Ma può anche succedere che una Associazione come è accaduto all’ASD Atletica Frascati in passato, per 13 anni, ottenga una concessione di gestione,  relativamente all'uso dell’impianto di Atletica e delle proprie utenze magari anche in accordo con la società  concessionaria del resto dell'impianto. In seguito a questo si era progettato, se la cosa fosse stata possibile a lungo termine, con dei rinnovi, di poter costruire anche una realtà logistica associativa, come accade all’estero, con la possibilità di apertura di un punto di ritrovo per i vecchi e nuovi Soci e tesserati ed ex atleti. Qualcosa insomma che avrebbe potuto fornire un apporto economico per il  finanziamento all’attività agonistica dell’Associazione. Ciò è previsto negli statuti. Tuttavia, questo non è quasi mai possibile in Italia o per lo meno non lo è stato per Frascati.
Un’Associazione che ha operato bene per anni viene spesso osteggiata e delegittimata ogni volta che si forma una nuova giunta dopo le elezioni comunali che avvengono ogni 4 anni. Questo perchè spesso gli uomini della politica locale vedono nello sport  un mezzo di potere e fonte di consensi elettorali, spesso promettendo favoritismi e dando poi autorizzazioni ad altre realtà sportive che nascono il più delle volte per indebolire e frazionare quelle già esistenti da anni sul territorio o dimenticando persino l'esistenza dell'atletica come disciplina sportiva presente tra le realtà del territorio.
Amo fare un esempio su questo problema che sintetizzi un pò il mio pensiero sul ruolo del mondo della politica nello sport locale. 
A Marino comune dei castelli Romani fino al 1990 c’era uno stadio con pista annessa ed una piccola Società di Atletica in esso operante, mi sembra si chiamasse “AVIS Marino”. Ebbene pochi si ricorderanno che in quell’occasione dei Mondiali di Calcio 1990 la nazionale italiana di Calcio, usò quello stadio per gli allenamenti e gli organizzatori decisero di impiantare delle nuove tribune posizionandoli sulla pista di Atletica. Ebbene le tribune non sono mai più state rimosse e la pista scomparve per sempre insieme alla sua piccola Società sportiva, nell’indifferenza totale.
Di piste chiuse o abbandonate in Italia ce ne sono centinaia. Ma spesso al suo interno invece c’è ancora un campo in erba perfettamente efficiente. Magari ci sono ancora società che queste piste di Atletica le usano arrangiandosi alla bella e meglio, basta farsi un giro anche nella nostra provincia di Roma Sud per accorgersi di questo. Frascati, San Cesareo, Ariccia, Rocca Priora, Cecchina, Velletri, Anzio, Colleferro. Sono tutte cittadine dove esistono piste vetuste. Addirittura a Palestrina regno del Basket, esisteva una pista in terra già negli anni 60 e molti non sanno nemmeno dov’era.
Parto proprio da Frascati, dove il sottoscritto oltre che allenare, ancora è attualmente il Dirigente della ASD Atletica Frascati, una delle più anziane Associazioni di Frascati, ricostituita nel 1997 dal sottoscritto con l'eredità della disciolta e gloriosa CISES Frascati della quale fui socio fondatore nel 1972 e tecnico per circa 27 anni. Parto da Frascati proprio per ricordare che dal mese di Luglio siamo stati messi fuori dalla pista e dalla sede sociale, perchè dovevano iniziare i lavori di rifacimento, solo dell’erba sintetica del campo di Calcio, lavori incredibilmente per ora sospesi e in ritardo e non si capisce il perchè . Ma occorre dire inoltre che campo e pista erano stati rinnovati insieme 13 anni fa!  Ed allora molti si chiederanno: perchè solo l’erba per il calcio? Nessuno riesce a darci una risposta!
Purtroppo questa è la prova di come l’Atletica spesso sia ostaggio in Italia non solo dello strapotere mediatico di altri sport ma anche di chi amministra i fondi pubblici ma soprattutto per la mancanza di cultura sportiva da parte di chi viene messo a capo di certi incarichi. 
Poi, che dire di questi lavori svolti in altre situazioni con due, tre settimane, e che nel caso di Frascati, prevedono la chiusura addirittura per quattro mesi!  L’Atletica a Frascati insomma rischia di chiudere i battenti perchè qualcuno ha deciso di fermare la sua attività per quattro mesi come se niente fosse. Il tutto con centinaia di atleti che devono riprendere l’attività agonistica nei primi di settembre ma anche con atleti Campioni d’Italia come il nostro giovane mezzofondista Francesco Guerra (già sei titoli italiani nel suo giovane curriculum di azzurrino) e l’ostacolista Giulio Luciani (2 titoli italiani già al suo attivo), costretti ad allenarsi sull’asfalto di Villa Torlonia rischiando infortuni seri ai tendini.
Chiudo questa disamina personale su uno dei problemi dell’Atletica Italiana ma tornerò a breve sul nostro Blog sociale ad affrontarne degli altri. 
Pubblicheremo il tutto anche su Facebok per aprire un eventuale dibattito aperto a tutti coloro che ci seguono.

 Sandro Di Paola


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