Proprio nella disciplina sportiva “L’ATLETICA LEGGERA” dove il valore di un atleta si può solo valutare con risultati statistici inconfutabili e quindi dove la formazione di una squadra o di una rappresentativa il più delle volte è abbastanza facile, è accaduto l’incredibile!
Ecco cosa si sono inventati i Responsabili Tecnici della F.I.D.A.L.
Per l’incontro internazionale di Atletica leggera Under 20 “Coppa Mediterraneo Ovest” tra le Nazionali di Italia – Francia – Spagna e Tunisia – Algeria – Marocco in programma a Rabat il 2 e 3 Agosto 2008, negli 800 Maschili si dovevano convocare 2 atleti Italiani.
Assente il Campione Italiano, Benedetti Giordano (1.47.52) il diritto spettava senza dubbio al 2° e 3° classificato ai Campionati Italiani Juniores svoltisi a Torino il 14 giugno e precisamente a Scapini Mario (1.48.49) e al nostro Damiano Iovenitti della Running Club Futura (1.52.9).
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E invece è accaduto (e sembra proprio il gioco delle tre carte!) che a sorpresa è stato convocato Naldi Stefano del C.U.S. Pavia che a Torino era giunto addirittura 6° e che comunque Damiano Iovenitti ha sempre battuto quest’anno anche ai Campionati Italiani Indoor ed addirittura nei Cross.
Naldi ha avuto solo il merito, siccome non era impegnato negli esami di maturità, di andarsi a cercare una gara il 10 Luglio a Rezzato nella quale ha fatto segnare il tempo di 1.52.8 un decimo in meno di Iovenitti! Tanto gli è bastato per esser convocato in Nazionale, alla faccia della “par condicio”!
Ma a che gioco stiamo giocando? Da sempre nello Sport conta lo scontro diretto.
Non ce ne voglia il giovane Naldi al quale va tutta la nostra stima e che in questa vicenda è sicuramente il meno colpevole ma noi protestiamo vivamente solo contro la decisione dei responsabili tecnici federali che palesemente per una forma sicuramente di clientelismo nei confronti di qualcuno, hanno preso questa decisione privando chi ne aveva diritto della soddisfazione di rivestire la sua prima maglia azzurra.
Se l’Atletica Italiana piange per lo squallore dei risultati di Pechino 2008, c’è chi dovrebbe farsi anche un esame di coscienza del perché un giovane in Italia dovrebbe continuare a fare sacrifici in una disciplina la cui Federazione per prima se ne frega altamente del lavoro degli Atleti, Tecnici e Dirigenti.
Sandro Di Paola
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