Per
l’atletica tuttavia l’unica chimera
che si possa intravedere una volta arrivati ad alti risultati tecnici, è quella
di un approdo in un gruppo sportivo militare. Non voglio dilungarmi molto su
quella che reputo comunque l’anomalia della pratica sportiva italiana, in uno
stato che delega solo ai militari il compito di premiare e gratificare in
qualche maniera una piccola parte del meglio che il nostro movimento sportivo
riesce ad esprimere. E’ sicuramente meglio di niente, ma questo metodo a mio
giudizio fa acqua da tutte le parti. Sono più i danni che ha provocato che i
vantaggi ricevuti dai “pochi”. Il risultato in negativo è stato che spesso i pochi
si sono adagiati sugli allori
e che gli altri che non sono stati arruolati, hanno abbandonato la pratica
sportiva di alto livello da li a poco. E ve lo dice una persona che ha
constatato con i propri occhi questo fenomeno in più di 50 anni di militanza in
questo sport.
La
FIDAL per esempio si è mai chiesta perché la CISES Frascati ad un cero punto
della sua storia decise di dedicarsi solo alle donne abbandonando il settore
maschile e facendolo di li a poco scomparire? Il motivo fù molto semplice, tutti
gli atleti maschi di valore che il vivaio riusciva ad esprimere, ed erano
veramente tanti, andavano a finire arruolati in un Gruppo Sportivo Militare.
Quando questo avveniva la cosa poteva anche andare, per il bene dell’atleta, ma la cosa che non si riusciva a
sopportare all’epoca era che addirittura cercavano di sfilarteli anche da
Allievi o Junior come atleti civili per rinforzare le loro squadre giovanili e
per fare classifica ai Campionati di Società poiché i regolamenti di quegli
anni lo permettevano. Nessuno ha valutato statisticamente quali sono stati i
danni per l’Atletica italiana generati da questa politica nel passato, cosa che
in qualche maniera si sta ripresentando. Mi sono dimenticato di dire che
all’epoca le donne non venivano arruolate almeno agli inizi e questo fù il
motivo per il quale la CISES Frascati diventò una Società solo femminile, una
delle più grandi della storia dell’Atletica italiana.
In
passato ebbi modo di parlare di questo problema in un’intervista da me
rilasciata nel 1988 alla “Repubblica” e che aveva questo titolo “L’atleta
scippato. Una concorrenza che blocca la crescita.” e che potrete visionare
se V'interessa cliccando qui.
Ma
andiamo adesso al punto iniziale e
centrale della questione, cercando con quanto si dirà di dissipare dubbi e
questioni circa i criteri di reclutamento dei suddetti gruppi sportivi
militari.
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