Per gareggiare, dopo aver percorso centinaia di chilometri, ad Ancona si gareggia con ore di ritardo.
Si fanno "convention" che non servono a nulla se come sempre non si risolvono i problemi di fondo dell'Atletica Italiana.
L'articolo che segue è stato scritto da Pier Paolo Montalto, il nuovo Tecnico della velocità e salti dell'Atletica Castellana e Running Club Futura.
"Solo dopo qualche ora dalla conclusione della “costruttiva” convention dei tecnici in quel di Ancona, la pista ha fatto da vetrina ad alcuni dei problemi che ormai da anni la Federazione si porta dietro ma che, nel concreto, vengono poi scaricati su chi sta sul campo, siano essi atleti, tecnici, famiglie o semplici simpatizzanti.
A mio avviso, dopo più di 35 anni di sport, ritengo che la prestazione dell’atleta di punta sia il risultato di un percorso virtuoso, iniziato in tenera età, supportato da elementi imprescindibili quali il gruppo di allenamento, la motivazione, oltre che propria, del tecnico e della famiglia, la possibilità di gareggiare e di trovare un “ambiente” il più accogliente possibile.
A mio avviso, dopo più di 35 anni di sport, ritengo che la prestazione dell’atleta di punta sia il risultato di un percorso virtuoso, iniziato in tenera età, supportato da elementi imprescindibili quali il gruppo di allenamento, la motivazione, oltre che propria, del tecnico e della famiglia, la possibilità di gareggiare e di trovare un “ambiente” il più accogliente possibile.
Ora se in quest’ottica dovessi dare un giudizio sulle gare di ieri, 20 gennaio, non potrebbe che essere di condanna e senza alcuna possibilità di appello: gare che hanno preso il via con ore, e dico ore, di ritardo, giudici in panne, atleti della categoria allievi“buttati” a gareggiare con i senior.
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2 commenti:
Va bene tutto ma alcune cose non possono proprio essere accettate. Era così inimmaginabile la grande affluenza di atleti (vista la cronica carenza di impianti indoor)? Perché non è stata prevista l’iscrizione on-line al fine sia di accelerare la predisposizione delle batterie e delle serie ma soprattutto evitare la lunga fila di atleti e allenatori al tavolo di iscrizione (dove c’era una signora che era costretta a sbrigare tutto, dal distribuire i moduli d’iscrizione fino a predisporre la ricevuta di pagamento delle iscrizioni)? Qualcuno ha pensato alla reazione delle famiglie degli atleti più giovani provenienti dal Lazio, dalla Toscana o dalla Puglia che, a causa del ritardo nelle gare, si sono visti arrivare a casa il proprio figlio a notte inoltrata sapendo che il giorno successivo sarebbe dovuto andare regolarmente a scuola (per non parlare dei disagi per le famiglie stesse che li hanno accompagnati)? Ci si è posto il problema, soprattutto per i concorsi, del probabile sconforto degli atleti della categoria allievi nel sapere di dover gareggiare con i senior e praticamente senza possibilità di fare la finale con i pari età?
Il discorso sarebbe lungo e riguarderebbe molti aspetti, dalla pianificazione dell’attività, all’impiantistica, all’organigramma federale, ma mi limito al caso specifico. Come detto in precedenza, credo che, usando uno schema aziendale, i “clienti” della disciplina “Atletica leggera” siano gli atleti, le famiglie, i tecnici e i dirigenti di società. Quando si offre un servizio non ottimale, per non dire scadente, qualche cliente si perde sicuramente e spero che questa non sia la politica federale. La concorrenza delle altre discipline è molto forte: chi fa atletica è perché dentro ha sviluppato una grande passione altrimenti sarebbe difficile pensare di competere, tralasciando il mondo del calcio, con il basket o la pallavolo dove normalmente non ci si allena d’inverno all’aperto, dove il genitore che accompagna il figlio non muore di freddo sugli spalti attendendo la fine dell’allenamento, dove c’è il divertimento di una palla da rincorrere invece che fatica e sudore. Lavoriamo tutti insieme, soprattutto Federazione e Comitati con persone retribuite a tale scopo, per non far venire meno tale passione e per non farci scappare, con manifestazioni come quella di ieri, giovani che già da oggi rappresentano il futuro e l’unica speranza di sopravvivenza di questa disciplina.
PIER PAOLO MONTALTO
COMMENTO A CURA DI LORENZO BARTOLUCCI:
Prendo spunto dalle parole del mio allenatore, da quelle dell'intervento precedente del mio ex-allenatore il prof. Di Paola, per esprimere anche il mio sconforto di fronte alla mancanza di partecipazione da parte dei giovani atleti delle mia società e alla mancanza di organizzazione e di buon senso nei confronti dello sport che più amo tra tutti quelli che ho praticato...
Ho giocato a calcio per molti anni ed è vero era tutto più facile, se pioveva non mi allenavo, le vacanze di Natale passate tranquillamente nel caldo letto di casa e non il 24di dicembre al campo ad allenarmi per preparare le gare indoor, gare che mi hanno lasciato l'amaro in bocca, non sono riuscito una volta a tornare a casa dopo 300km di strada, soddisfatto della mia prestazione, anzi sempre amareggiato perchè rovinata da ore di ritardo, che oltre a compromettere il naturale riscaldamento (forse il male minore) riescono a farti accumulare la tenzione sulle gambe invece di poterla scaricare in pista nei primi passi della gara...
Così ieri...stessa cosa, il programma diceva che avremmo corso alle 5.30, naturalmente sapevamo ci sarebbe stato un po' di ritardo, gli iscritti erano tanti, abbiamo provato a fare i conti con il tempo che ci mettevano tra una batteria e l'altra e abbiamo stimato approssimativamente un'ora, stima errata...alle 5.30 ho cominciato a scaldarmi in previsione di correre le per 6.30 perlomeno, e invece mi sono ritrovato a gareggiare non prima delle 8.00!!!E già, non sto scherzando, 2ore e mezzo ad aspettare la gara, 2ore e mezzo di ritardo rispetto al programma precedentemente pubblicato dalla FIDAL, allora mi dico, purtroppo i ragazzi praticano sempre meno l'atletica, purtroppo anche quelli che la praticano molto spesso non si presentano alle gare compromettendo il risultato della SQUADRA, ma è anche vero che da parte della federazione non ho ancora trovato nessun imput, nessuno stimolo a praticare quello che per me è lo sport più bello, che ripaga la fatica e i sacrifici a suon di soddisfazioni, anzi l'unico intervento che fin'ora mi è balzato agli occhi è solo un intervento di anti-propaganda!
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